Crocifissione

1970, olio, ca. cm 100 x 120

“[…] Cristo. Lo adorano, nel dipinto insieme, uomini e animali. Cavalli scossi e cavalli montati. L’idea è originale. Gli animali, simboli di vita ingenua, presenziarono alla nascita del Cristo. Perché non accettarli alla sua morte? Alcune donne sono ginocchioni ai piedi della Croce. Una luce folgorante, ma bianca, limpidissima e innaturale, avvolge il Redentore crocifisso. È il momento in cui il sole si oscura e il velo del tempio, dice San Luca, si squarcia nel mezzo. Ma Gesù era pur Dio e l’ombra non aveva potere di oscurarlo. Ecco perché, nel quadro, il Cristo risplende e l’ombra invece si addensa intorno, cola sulle vesti delle donne: e sembra che la croce sia un sole nero. Ma la luce bianca del Cristo, com’è nel quadro, è quella contenuta nelle parole (San Luca 23) del centurione romano: «Costui (il Cristo) è certamente un uomo giusto».
In questo istante che il pittore ha dipinto la professione d’amore del d’Accardi è pertinente alla cosa amata che è il Crocifisso. Rispettosamente pertinente: e si può dire che il quadro esprime, in ombre, luci e colori, l’amore di Gesù per il mondo e la sua angoscia per gli uomini.”

Dino Campini, La Patria, 1955

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