Cavalli liberi

ca. 1970–1980, olio, ca. cm 170 x 140

“Un artista di una fragrante e libera invenzione emotiva. I luoghi del verde sono anche rifugi per incontri di cavalieri e di cavallini che fanno ricordare vagamente quelli di Franz Marc. La luce le forme sono colte in una duttile e pacata follia di ritmi sensitivi, e il gesto (e l’ossigeno) prospettano insieme una spettacolarità astratta e oltremodo viva. Essi si situano in una fiaba tumultuosa e idillica, ad animazione spirituale sommersa dentro la ricerca positiva di un sogno nella Natura, nei foltissimi boschi di nessuno, ma in grado di rivelarci la solitudine oltre che il rutilante senso dell’universo.”

Domenico Cara, Giustizia Nuova, 1970

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